In: Regno d'Italia| Stardust
14 nov 2012È quasi impossibile parlare di questo diadema – che chiameremo la Tiara Musy – e di tutti gli altri gioielli della Corona d’Italia senza conoscerne bene la committente principale: la Regina Margherita.
Chiamata affettuosamente “Regina delle Perle”, Margherita di Savoia-Genova, fu tra le tre Sovrane Consorti d’Italia la vera amante delle pietre preziose e a lei si deve l’arricchimento del Tesoro della Corona con nuovi ed importanti pezzi.
Margherita nacque il 20 novembre 1851 a Torino, figlia del Duca di Genova Ferdinando di Savoia, secondogenito del re Carlo Alberto, e della Principessa Maria Elisabetta di Sassonia.
Sin dai primi anni di matrimonio con cugino primo Umberto, figlio di Vittorio Emanuele II, Margherita stregò la Corte per la sua bellezza, grazia e cultura. A lei era stato affidato il compito di rafforzare l’immagine della neonata Monarchia in Italia e di affermarne il prestigio presso le altre Corti europee. Completamente presa da questa missione, Margherita creerà con la sua personalità e il suo gusto quell’ideale di stile che la renderà leggendaria negli anni a seguire.
L’eleganza della Regina divenne modello per le donne italiane: uno stile barocco, vistoso e ridondante, ma che ben si adattava alla figura della Sovrana. Un gusto non amato dai francesi che trovavano eccessive le toilette di Margherita. In alcune cronache dell’epoca si può leggere: “[...] nei balli a corte, con quindici giri di perle al collo, grossi orecchini a forma di pera, il corsetto disseminato di spille [...], la Regina sembra adornata come statua votiva [...] il suo colore preferito è il blu zaffiro, più adatto all’arredamento di una sala che ai vestiti di una signora”.
Gli autori di questi passaggi però ignoravano che i gioielli ebbero una parte primaria nel creare il mito della Regina e sappiamo con certezza che la sua passione per le gemme era condivisa dal marito Re Umberto I che le regalerà svariati pezzi tra i quali spicca un’importante collana di dieci fili di perle, complessivamente 684, che le fu donata nell’arco di quattro anni.
Dalla metà del XVIII secolo in poi Casa Savoia si è sempre affidata alle mani esperte degli orefici Musy di Torino: sono loro infatti gli artefici della maggior parte delle creazioni possedute dalla Casa Reale. Tra queste spicca appunto la tiara che prende il loro nome. Un gioiello unico per ricchezza, versatilità e imponenza.
La tiara fu commissionata nel 1904 in occasione della nascita del Principe Ereditario Umberto: la commozione di Margherita fu tale nell’apprendere che il nipote avrebbe preso il nome e il titolo del marito assassinato a Monza che fece recapitare a Musy alcuni gioielli della sua collezione in modo che egli ne ricavasse un nuovo diadema. La realizzazione finale è un vero e proprio capolavoro di oreficeria: la montatura disegnata a grandi volute incorporava entro un bordo di grossi diamanti taglio brillante delle perle che potevano essere sostituite da diamanti e da motivi a conchiglia sempre in diamanti. Il diadema poteva essere portato in svariati modi. La Regina Madre lo indossò nel dicembre di quell’anno per il battesimo del Principe di Piemonte al Quirinale. In seguito lo lascerà in eredità al nipote che ne farà dono alla Principessa Maria Josè del Belgio il giorno delle loro nozze.
Attualmente la tiara è nella disponibilità della Principessa Marina di Savoia, moglie di Vittorio Emanuele, figlio di Umberto II.
...e datemi un solo minuto.
Certo deluderò qualsiasi vostra aspettativa, però vi racconterò anche di Principi e di Re, di Regine nei loro castelli e di moderne Principesse... vecchie favole e nuove storie, antichi splendori e sogni realizzati.
Tutto questo è Esprit du Roi, il nuovo royal blog italiano.
3 Commenti a La Tiara Musy
Watkin
14 novembre 2012 - 23:14
Ma in italiano tiara e diadema sono proprio sinonimi? Se no, qual è la differenza?
Esprit du Roi
15 novembre 2012 - 09:48
Mi sono posto lo stesso problema tempo fa: la maggior parte dei libri che leggo – forse tutti – sull’argomento è in inglese e parla ovviamente di “tiaras”, di conseguenza spesso mi riferisco a quel tipo di gioiello chiamandolo tiara, anche se più esattamente sarebbe da definire diadema.
È pur vero che la maggior parte dei dizionari dà a tiara il significato di copricapo religioso solenne, ma io sinceramente ho sempre chiamato quel tipo di accessorio “mitra” o, per i Papi, “triregno” e davvero non riesco ad immaginarmi un “vescovo in tiara”.
Forse tiara e diadema non sono esattamente sinonimi, anche se qualche dizionario li dà come tali, ma vogliamo pensare che mi sono preso una licenza poetica?
MarCi
15 novembre 2012 - 15:07
E’ bellissima!!!